Teatro greco

Il Teatro Greco rappresenta il maggiore esempio dell’architettura teatrale dell’occidente greco. Ha la particolarità di essere quasi interamente scavato nella roccia. Oltre che per le rappresentazioni, così com’era costume per gli antichi greci, il teatro veniva usato per le assemblee popolari.
Dopo essere stato adattato in epoca imperiale ai giochi circensi, il teatro cadde in abbandono. Nel XVI secolo, così come gli altri monumenti classici, fu depredato dalle maestranze spagnole di Carlo V che usarono la buona pietra già tagliata per erigere le fortificazioni di Ortigia. Altri guasti vennero dai mulini che erano stati impiantati nella cavea.
Gli scavi, iniziati alla fine del Settecento e protrattisi per tutto il secolo successivo sono stati completati solo nella metà del Novecento.
Le parti principali del teatro sono: la cavea, l’orchestra e la scena. Per aver un’idea della grandiosità del teatro, mettiamoci al centro del corridoio che lo divide (diazoma). Da Sofrone, V secolo a. C., sappiamo il nome dell’architetto del primo teatro: Demókopos, anche se nel III secolo a.C. fu ampliato. La parte meglio conservata è quella scavata nella roccia, mentre la parte alta della cavea è del tutto mancante, così l’edificio scenico. Tutti questi blocchi furono successivamente asportati dagli spagnoli nel XVI secolo per la costruzione dei bastioni di difesa dell’isola di Ortigia.
La cavea aveva un diametro di 138,60 metri, uno dei più grandi del mondo greco, ed era in origine costituita da 67 ordini di gradini, per la maggior parte scavati nella roccia viva e divisi in 9 settori (cunei) da scalinate. A metà altezza correva una precinzione (diazoma) che la divideva in due settori. Le file superiori di gradini, oggi scomparse, erano costruite e poggiavano sopra un terrapieno sostenuto da muri di contenimento. Sull’asse centrale della gradinata è scavata nella roccia una sorta di tribuna, forse destinata a posto d’onore.
L’orchestra era in origine delimitata da un ampio euripo (canale scoperto), oltre il quale una fascia precedente l’inizio dei gradini era destinata ad ospitare il pubblico.
L’edificio scenico è interamente scomparso e ne sono visibili solo i tagli realizzati nella roccia, riferibili a diverse fasi e di difficile lettura. All’epoca di Ierone II appartiene probabilmente un passaggio scavato sotto l’orchestra, accessibile con una scaletta dal palcoscenico e terminante in una stanzetta: questo allestimento è stato ipoteticamente identificato con le “scale carontee”, che permettevano improvvise scomparse o apparizioni degli attori. Ancora a questa fase dovrebbe appartenere una prima fossa per il sipario (che nel teatro antico non veniva calato dall’alto, bensì issato verso l’alto). Le tracce di un elemento a cui dovevano sovrapporsi colonne e pilastri è stata interpretata come una piccola scena mobile per le farse fliaciche. Alla decorazione della scena apparteneva probabilmente la statua di una cariatide attualmente conservata nel cittadino Museo archeologico regionale Paolo Orsi.
Moltissimi sono stati i cambiamenti subiti, sicuramente al tempo dei Romani, il teatro fu modificato per le nuove esigenze degli spettacoli tipici di Roma.

Nell’inimitabile e senza tempo scenario del teatro antico di Siracusa, nei mesi di Maggio e Giugno, si rinnova l’appuntamento annuale con le rappresentazioni greche organizzate dall’ Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA).

 

 

Visiona il nostro pendente in argento che raffigura il Teatro Greco.

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